Progetto Carcere

completato

Nel cuore del Carcere di Sant’Anna a Modena, nel 2018/2019 si è tenuto un percorso musicale che ha fatto risuonare un messaggio potente di speranza e riscatto. “ROCK IS FREEDOM”, coordinato da Rock no War e promosso dalla direzione della casa circondariale, ha portato la magia della musica all’interno delle mura rigide del carcere, aprendo le porte a un’incredibile dimostrazione di unione, cultura e trasformazione.

I detenuti, si sono uniti ai musicisti e artisti provenienti da tutto il territorio, dimostrando che il linguaggio universale della musica può superare ogni confine e barriera.
Il palco è stato illuminato dai sorrisi e dagli applausi di giovani ragazzi e ragazze, molti dei quali stranieri provenienti dalla Tunisia, Nigeria, Europa dell’Est e Sudamerica. Sono stati loro i protagonisti di questa straordinaria sinfonia di emozioni e connessione.

Il giovane napoletano Christian ha conquistato tutti con la sua voce, strappando applausi e cuori con canzoni come “Uomini soli” e “Sally”. L’entusiasmo contagioso dei detenuti si è unito a quello degli artisti, creando un’atmosfera di libertà e riscatto. Questa iniziativa ha dimostrato come la musica possa essere uno strumento di aggregazione, riabilitazione e trasformazione per i detenuti, un’opportunità per esprimersi senza filtri e liberare le emozioni sopite.

Il progetto “Rock is freedom” ha dato vita per due anni alla “Sing Sing Band”, un gruppo multietnico di ragazzi in carcere, che abbraccia la diversità e l’unità nella passione per la musica, frequentando settimanalmente incontri di formazione musicale con il maestro Natalino di Mezzo (volontario rock No War) .
La musica agisce come un catalizzatore di cambiamento e crescita, incoraggiando i detenuti a guardare avanti con speranza e fiducia.

La direttrice del Sant’Anna, Rosa Alba Casella, ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di sviluppare la cultura della musica come strumento di preparazione per la Festa della musica di Modena. Questa iniziativa dimostra che il carcere può diventare un luogo di crescita e trasformazione, dove la musica è il veicolo di unione e cambiamento.

Il maestro Natalino di Mezzo, “coach” del nuovo gruppo, si è detto entusiasta di questa all’iniziativa  che coinvolge i ragazzi nel processo di formazione della band.
L’obiettivo è fornire loro l’opportunità di sviluppare nuove abilità e competenze, aprendo le porte a un futuro diverso e pieno di speranza.

“Rock No War” con un progetto nel Carcere di Modena vuole essere un messaggio per tutti: la musica può superare le barriere e portare speranza e rinnovamento anche nei luoghi più impensabili.
Questa iniziativa dovrebbe essere un esempio per altre istituzioni e comunità, spingendo a un maggiore sostegno per progetti simili e sottolineando la necessità di investire nella riabilitazione e riforma del sistema carcerario.

In conclusione, “Rock No War” ha voluto seminare nel carcere non semplice musica, ma una sinfonia di speranza, un’armonia di cambiamento e un messaggio che porti alla futura libertà. La musica ha dimostrato ancora una volta il suo potere unificante e trasformativo, gettando un ponte tra il carcere e la società, tra le persone e le loro aspirazioni.