Progetto Aracaju Brasile

completato

VIAGGIO IN BRASILE – Dal 4 al 11 Novembre

Dal 4 al 11 novembre una delegazione di rock No war si è recata in Brasile per inaugurare un centro sportivo presso la missione nella città di Aracaju realizzato grazie alle donazioni  ricevute.

4 Novembre

Ciao a tutti, “amici vicini e lontani”.

Dopo 24 ore di viaggio….il cuore grande di Rock No War pulsa in Brasile. Un’allegra comitiva di 39 persone è partita alla volta di Aracajù, nello stato di Bahia dove inaugurereremo un centro sportivo realizzato grazie alla generosità dei tanti contribuenti italiani e con la collaborazione di tre partners che da molto sostengono i nostri progetti: Kellogg’s, Cavagna Group e Centrolaser. La giornata inizia con una levataccia: in un mattino nebbioso ed umido, i vari partecipanti raggiungono il punto di incontro a Milano Linate con vari mezzi. Spicca su tutti il vistosissimo pulman dei pompieri di Formigine che ha accompagnato il gruppo piu’ numeroso. Qualche minuto di convenevoli tra presentazioni di chi non si conosceva, distribuzione di cappellini e magliette Rock No War, tesserini di riconoscimento.
Nessuno immaginava l’odissea che ci attendeva.
Puntualmente, ci imbarchiamo ed atterriamo a Lisbona alle 8.30. E qui comincia il caos…
Sistemi informatici che quando han da funzionare, fan tutt’altro, code a ventaglio con immancabili “furbini”, difficolta’ di comprensione e probabile poco impegno degli “addetti ai lavori”. Risultato: la nostra composta comitiva impiega una quantità di tempo esagerato per munirsi della carta d’imbarco, saliamo sull’aereo con forte ritardo, per essere sinceri, più di due ore dopo l’orario fissato. Però, tutto sommato, è andata bene: fino all’ultimo sembrava fossimo destinati a rimanere in Portogallo e ad inaugurare un centro sportivo lì. La tratta più lunga, da lisbona a Salvador De Bahia è trascorsa tra amenita’ varie, sguardi incuriositi degli altri passeggeri, succulente caramelle zuccherate distribuite a josa dal Vanni per la felicita’ di alcuni golosoni. Arriviamo a Salvador Bahia alle 17.10 ora locale (alias le 21.10 in Italia) dove don Cruz, il rettore del seminario che ci ospita ad Aracajù è venuto a prenderci.
Odissea, tappa seconda: chi potrà mai dimenticare le 4 ore di pullman per arrivare alla destinazione finale? La stanchezza era davvero tanta, troppa, le nostre menti sempre meno vigili. Ma ne è valsa la pena: al seminario siamo stati accolti con gioia indescrivibile da parte dei seminaristi e del personale.
Cercando di dimenticare il piu’ possibile la stanchezza accumulata ci siamo immersi in una simpatica cena “brasileira”, sorrisi e pacche a destra e a manca… La contentezza di questa gente ha fatto miracoli su di noi e siamo andati a riposare con la migliore predisposizione d’animo.

5 Novembre

Nessuna sveglia “da caserma” per la comitiva, che comunque, tutto sommato, si è alzata ad un’orario accettabile. Colazione, briefing tra con giornalisti e cineoperatori, solenne incontro a suon di percussioni e allegria, con Mons. Lessa, vescovo della diocesi locale.

Iniziamo poi la prima delle esperienze salienti in terra carioca: visita alla zona adiacente al seminario, il Lamarao, ovvero la zona del fango, una serie di abitazioni precarie che si sviluppano su strade sterrate, raramente in pietra.
La case sono piccole, ma, come ci dice uno dei residenti, il cuore è grande.
Tanti bambini ci corrono incontro, vogliono farsi fotografare, vivere il loro momento di celebrità. Le donne ci aprono le porte delle loro dimore: umilissime ed intime allo stesso tempo.
Ci perdiamo tra i vicoli insoliti di questo quartiere latino americano, incuriositi e rattristati alla vista delle condizioni di vita, veramente precarie, di questa gente. Siamo in un quartiere povero, ma, come vedremo, c’e’ ancora di peggio…
Nel pomeriggio, visita a Sao Cristovao, una delle città più antiche della provincia, un centro storico caratterizzato da diversi edifici religiosi di stile coloniale portoghese. Nel paese aleggia una strana atmosfera di tranquillità e pace, quasi irreale, bambini e adolescenti riempiono i pochi larghi spiazzi del paese, ma senza chiasso.
Break con ghiotta merenda a base di dolcetti al cocco e spremute di guarana’ a casa della sorella di Don Cruz, il nostro accompagnatore.
Sulla piazza dove ci attendeva il pullmann un gruppo di danzatori stava provando la “capoeira”, tipica danza locale con momenti di ballo e di lotta, altamente spettacolare, soprattutto quando toccava ai piccoli… Stupendo!!

Prima del rientro troviamo il tempo per una passeggiata serale sul lungomare di Aracaju dove in molti hanno voluto provare con commenti e boccacce varie, il “latte di cocco”.

La serata termina, dopo l’abbondante cena, con una grande festa. I ragazzi di qui si sono veramente dati un gran da fare per allietare al massimo la nostra permanenza qui, e devo dire che ci riescono benissimo.
…E pensare che siamo in un seminario.

6 Novembre

Sonorita’ brasiliane, spettacoli danzanti, esibizioni sportive ma sopratutto la gioia della comunita’ locale, sono stati il fulcro della cerimonia di inaugurazione del centro sportivo, realizzato all’interno del seminario di Aracaju’ e svoltasi dalle 10 del mattino fino a tardo pomeriggio.
Il vescovo della diocesi Mons Lessa insieme a Don Cruz, rettore del seminario, hanno ringraziato gli italiani per la loro generosita’ che li ha portati a dotare tutti i seminaristi e la comunita’ circostante di una struttura educativa importante. Il successivo canto dell’inno brasiliano ed italiano hanno suggellato l’affetto profondo che ci lega a questa terra ed alla sua gente. La mattinata e’ proseguita poi con lezioni di Capoeira, ballo tipico della zona di Bahia che mescola coreografie musicali a veri e propri esercizi fisici. Quasi tutti noi del gruppo l’abbiamo sperimentata: il migliore, Raffaello Balzo che non pareva alle prime armi ma in compenso, la sua scioltezza e’stata premiata da un bel mal di schiena postumo.
Alle 12 il fischio d’inizio della partita calcistica Italia-Brasile, evento molto atteso che purtroppo si e’ concluso per noi, con uno scarso 1-3.
Nel pomeriggio, un avvicendarsi di gare di pallavolo non sono risultate migliori del match calcistico.
L’intenso programma di oggi si e’ poi concluso con una messa cantata e partecipata in puro stile brasiliano.

7 Novembre

Tra quelle finora trascorse qui, oggi e’ uno dei giorni piu’ fitti di impegni.
In mattinata ci siamo diretti, guidati da don Cruz e Mons Lessa, alla discarica di Artacaju’, una vasta distesa di rifiuti, spesso frequentata dai poveri della citta’ in cerca di materiale ancora commerciabile o per utilizzo personale. Da lì abbiamo proseguito per la favela di Santa Maria anche detta Terradura, per le difficili e precarie condizioni dei suoi residenti. Quasi 70.000 brasiliani gravitano intorno a questa area meridionale della citta’ dove lo scambio di droghe e la delinquenza sono fenomeni all’ordine del giorno.
Nell’apparente tranquillità della vita quotidiana auto e moto della polizia ci ricordavano comunque di prestare notevole attenzione durante i vari spostamenti. Durante il percorso, incontriamo persone poverissime ma mai tristi e tantomeno disperate, anzi, alcune decisamente arrabbiate e decise a portare a conoscenza del vescovo il totale isolamento a cui sono sottoposti dopo le solite innumerevoli promesse del pereiodo elettorale
Commuove l’ospitalita’ di questa gente che pur non possedendo alcunche’ ha il senso della condivisione con il prossimo. Anche i bambini, ci guardano incuriositi e sempre con il sorriso: un sorriso che diventa incontenibile ogni qualvolta facciamo loro uno scatto fotografico.
Qui, una macchina fotografica e’ un oggetto preziosissimo, che loro mai potrebbero permettersi. Invece non c’era allegria negli sguardi dei piccoli ospiti che abbiamo incontrato nel pomeriggio all’asilo delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, in citta’.
Bambini abbandonati dai genitori o a loro sottratti per problemi di malnutrizione ed ora amorevolmente accuditi da queste religiose.

Tappa successiva, del nostro intenso lunedi’ e’ stato il centro di Aracaju’ con il suo mercato alimentare ed artigianale.

Grande conclusione della giornata in serata, quando i ragazzi del seminario hanno allestito, appositamente per noi, la festa di San Giovanni. Prodotti, bevande tipiche e grandi danze hanno esaurito le poche forze rimaste dopo l’intensissima giornata. Avremmo comunque voluto fare di piu’ ma una levataccia notturna ci stava aspettando: il viaggio a Brasilia per incontrare il presidente Ignatio Lula era imminente.

8 Novembre

Questa giornata si e’ svolta con un unico fine: andare a Brasilia dove alle 14.30 il presidente Lula ci ha incontrato. La visita e’ stata effettuata da una sola parte del nostro gruppo, mentre gli altri hanno scelto una spiaggia tropicale per passare la giornata.
Arrivati in anticipo (levataccia alle 3.00) abbiamo ingannato il tempo con un giretto in città e una colossale mangiata in un ristorante specializzato in carne alla brace e, per i vegetariani, succulenti insalate e verdure cucinate in mille modi.
Dopo una breve visita alla residenza privata del presidente, abbiamo raggiunto la sede del governo. Ad attenderci, il capoufficio del presidente, Gilberto Carvahio ed il suo consigliere speciale Cezar Alvarez. Essi sono stati intervistati dai giornalisti, sull’attuale situazione politica, economica e sociale del paese anche in vista delle prossime elezioni. Successivamente, dopo alcuni convenevoli e dopo aver ricevuto da Giorgio Amadessi il gagliardetto di Rock No War, Lula in persona ha espresso la sua soddisfazione per il progetto realizzato ad Aracaju.
Al termine dell’udienza e prima della partenza in serata per tornare ad Aracaju, abbiamo avuto il tempo per una visita piu’ approfondita ai principali monumenti della citta’ la cui architettura e’ piuttosto recente. Infatti, Brasilia e’ stata edificata negli anni Sessanta e ad oggi e’ sede di numerose attivita’ burocratiche e commerciali.

9/10 Novembre

Due giorni “liberi”, ultime interviste per i giornalisti, visione di migliaia di foto, relax e, “dulcis in fundo”, gita in barca su un’isola e relativo banco di sabbia magistralmente organizzata. Mangiate colossali di pesce, canti e balli, giro dell’isola in dune-buggy.  Una giornata stile “vacanza indimenticabile”! Il Brasile e’ anche questo e, reduci da una settimana veramente intensa, ce lo siamo meritati!

11 Novembre

Sveglia alle 6 e prevista partenza in autobus per Salvador per il volo che nel pomeriggio ci riportera’ a casa.
In programma la visita al centro storico di Salvador da Bahia e ad un centro per bambini nel pieno centro di una terribile favela. Saluti abbracci e scambio di indirizzi con i ragazzi del seminario e un traffico tremendo a Salvador ci portano via molto piu’ del tempo previsto e sacrificheremo la visita al centro storico. Passiamo un po’ di tempo tra i bimbi della Casa do Sol fondata in una terribile favela, centro di spaccio e di malavita,  da Padre Luis Lintner, un missionario che e’ stato assassinato per il suo tentativo di strappare ad un destino segnato i ragazzi della zona.
Una suora italiana e vari educatori brasiliani stanno continuando la sua opera, assistendo ed educando piu’ di 400 bambini.

E con il sorriso di questi bimbi nel cuore che saliremo sul volo che ci riporta a casa, ed è sicuramente il miglior “souvenir” dal Brasile…
Ancora una volta grazie a Rock No War e a chi ha reso possibile questa magnifica esperienza.

Federica & Giampiero